Ciao Silvio
La mattina del primo marzo 2025 si è improvvisamente spento il prof. SILVIO ZAGHI. Docente di storia e filosofia al Liceo Classico per una vita, è stato una delle colonne portanti della nostra scuola. Stimatissimo e amatissimo da tutti: colleghi, ragazzi, altri lavoratori della scuola.
Non è facile spiegare chi sia stato Silvio Zaghi, cosa abbia significato per il Vieusseux-De Amicis, e stimare la portata del vuoto che lascia.
Noi ci proviamo raccogliendo qui qualche ricordo di chi gli ha voluto bene e ne ha potuto apprezzare tutto l'enorme valore umano e professionale.
Per molte generazioni di studenti imperiesi, Silvio Zaghi è stato IL Professore di Filosofia. Un insegnante capace di trasmettere l'amore per il sapere (e per questo autenticamente Phylo-sophos), la curiosità nei confronti della realtà e il coraggio di essere se stesso, affermando sempre con passione le sue idee. Aveva anche una voce profonda, il professore Zaghi, uno sguardo acuto e il fascino dell'intellettuale che ha fatto innamorare molte sue allieve.
Io non l'ho avuto come professore al liceo, ero nell' altra sezione con la prof.ssa Littardi, la mitica "Lulù", ma ho avuto il piacere di conoscerlo quando mi stavo laureando in Filosofia. Ricordo una cena per gli "Amici del De Amicis" e poi tante conferenze e convegni a cui andavo per ascoltarlo e imparare. Poi durante gli anni di insegnamento, più volte gli chiesi di venire a tenere qualche lezione ai miei studenti e ricordo che era un vero piacere anche per Silvio, che era già in pensione. Per lui potersi trovare di nuovo di fronte una classe, gli occhi attenti dei ragazzi, le mani alzate per una domanda... era una profonda gioia, ne sono convinta, si capiva. E per me un'occasione ancora per imparare..
Più avanti, quando insieme a Pasquale Indulgenza e Claudio Badano fondò l'Associazione "Michele de Tomaso", mi chiamarono a collaborare e io ne fui molto felice. Silvio mi propose di tenere una conferenza sulla Giustizia in Aristotele. Mi disse: "Fai come se fossi a scuola, con i tuoi studenti". Io ero molto emozionata, non tanto per il pubblico, ma per il fatto di tenere una lezione di Filosofia davanti a lui. Silvio lo capì e mi disse: " Lo so...ma vai tranquilla".
Ciao Silvio, grazie.
Prof.ssa Melina Caiazzo
Ricordo con tanto affetto e ricoscenza il mio professore di storia e filosofia. Aveva rigore e fiducia in noi, ci incoraggiava a confrontarci sempre con i documenti, ad affrontare la lettura diretta delle fonti… Lavoro non facile e non scontato, ma non ci voleva impantanati nel nozionismo: nessuno studio acritico, nessun dogmatismo. Personalmente lo ricordo mentre legge i miei “temi” e sorride, mi incoraggia a scrivere e a fidarmi delle mie idee: è stato preziosissimo per me. E poi un meraviglioso collega che, al mio arrivo al liceo, spaesata e inesperta, mi ha accompagnato e consigliato. Un maestro che non scordo.
Prof.ssa Natascia Frattaioli
Grazie professore per tutto quello che hai lasciato a noi alunni, per averci insegnato ad essere critici e curiosi del mondo, a farci domande e a dubitare. Ti ricordo per il sapiente equilibrio con cui conducevi le tue lezioni, la grande cultura e l'amore per la filosofia, che sicuramente hai saputo trasmettere. Sentite condoglianze alla famiglia.
Prof.ssa Michela Ramella
Quando ripenso o parlo dei miei anni al Liceo De Amicis, non posso che ripensare al prof. Zaghi: un’istituzione per noi, un prof autorevole, ma parte di noi, un prof che si poteva ascoltare parlare per ore, uno di quei prof che ti accompagnano nel tempo e che lasciano un segno indelebile nel percorso di ogni studente.
Maria Ramella, ingegnere ed ex studentessa
Vorrei esprimere sincero cordoglio ai suoi cari, a cui mi stringo in un abbraccio commosso, nel ricordo di un uomo, di un professore, che ha fatto della scuola e della formazione la sua ragione di vita.
Prof. Giovanni Siffredi
Silvio, giocavamo a pallone nel cortile del Liceo, professori contro alunni, e poco prima io di Italiano, tu di Filosofia e Nino di Fisica discutevamo con gli alunni dell'infinito...
Una scuola così non l'ho mai più incontrata...
Prof. Paolo Ramella
Il mio primo ricordo di Silvio risale a circa un quarto di secolo fa. Avevo appena messo piede da insegnante di ruolo nella scuola che aveva visto i miei momenti più felici di ragazza. Ero una novellina, alle prese con qualcosa ancora più grande di me. Ma ho avuto la non trascurabile fortuna di essere accolta da colleghi di grande valore professionale e umano, tra cui tu, Silvio. E sono subito stata colpita da come un'enorme competenza e una solidissima esperienza potessero coniugarsi con un'incredibile umiltà. Nessuna mia domanda era troppo stupida: mi hai fatto sentire accolta e sicura. La tua voce calda e profonda era quasi ipnotica, dalla tua bocca uscivano sempre e solo cose intelligenti. Di te ho amato la coscienza critica indefettibile, il grande acume, il senso dell'umorismo e la passione per ciò che insegnavi. Amavi il tuo lavoro e amavi i tuoi ragazzi. Ricordo il tuo compiacimento quando ti hanno raffigurato in un meme sotto le sembianze di Gandalf il Grigio (a cui effettivamente somigli): "Tu non puoi passare!". E invece l'hai varcata, la Soglia. Chissà cosa avrai trovato. Sono sicura che ti avrà accompagnato la tua inesauribile curiosità.
Prof.ssa Barbara Rusponi
Quando ero uno studente eri per me un mito: sei entrato nella mia classe solo una volta e hai catalizzato la nostra attenzione con una domanda: "Cos'è l'essere?". Un'ora e non avevamo trovato una risposta. Smontavi tutto con sottile piacere e poi ci sfidavi di nuovo. Quando ci siamo confrontati la prima volta di persona pochi anni fa, ho avuto la percezione di essere fortunato, perché eri interessato sinceramente a quello che avevo da dire e mi facevi domande con quello sguardo sottile che metteva alla prova e aiutava a crescere. Grazie Silvio per tutto questo.
Prof. Gian Luigi Puleo, ex allievo
L'ultima volta ci siamo visti in cartoleria. Mi piace pensare sia un filo di inchiostro partito da tutte le Bic nere che mi ha involontariamente rubato chiudendole nel registro dopo averle chieste in prestito da quella del primo banco, che ero io. Da quel banco, comunque, sul quale mi lasciava tenere il bicchierino di caffè (ristretto per lei, a volte usciva pessimo) sono anche riuscita a copiare dai bigliettini durante la verifica su Hegel. Perché ok che lei metteva sempre le faccine sorridenti alla fine dei compiti in classe, ma quelle prove erano di una difficoltà pazzesca. Come, al tempo stesso, le interrogazioni di storia seduti in cattedra con lei al nostro posto, nel banco, erano situazioni di grande ansia. Però è proprio da qui che ho imparato che cosa era una cosmogonia - fui l'unica a rispondere bene alla domanda -, e che ho marchiato a fuoco in testa che nella democrazia italiana l'esercito non dipende dal governo, ma dalla presidenza della Repubblica. Adoravo le sue liste di consigli di lettura per l'estate, e ho sognato a occhi aperti insieme a lei quando immaginava l'aula di storia interattiva come lo studio di Super Quark. Ancora mi chiedo come abbiamo fatto a convincerla a spiegare Nietzsche sul molo, accovacciati sugli scogli nel luminoso maggio di 20 anni fa, quello della maturità. Fu lei, durante la versione all'esame di stato, a scendere in biblioteca per recuperare quella maledetta traduzione di Tacito, e cercò di suggerire e aiutare anche se lei non era il prof di latino. Perché lei era semplicemente il migliore professore di storia e filosofia che potessi avere al liceo. Grazie prof Zaghi, grazie di tutto.
Alessandra Chiappori, giornalista ed ex allieva
Silvio Zaghi è stato IL professore di filosofia per antonomasia: ne aveva la preparazione cuturale, la capacità didattica ed anche le physique du rôle. Ha insegnato per 40 anni nelle scuole cittadine, svolgendo quindi un ruolo formativo per due generazioni e centinaia di studenti, nel cui ricordo rimane per le doti professionali ed umane. Ma non è questo Silvio che vorrei ricordare; le nostre esperienze scolastiche si sono infatti incrociate solo per breve tempo. La persona che vorrei ricodare è invece quella con cui ho costantemente lavorato nella organizzazione delle attività della Associazione culturale “Michele De Tommaso”, ideata dal compianto Pasquale Indulgenza, di cui Silvio è stato presidente dal momento della sua costituzione nel 2009. È nel corso di questi ultimi quindici anni che ho avuto a mia volta modo di conoscere Silvio più da vicino sotto il profilo personale, oltreché intellettuale. In particolare mi è sempre piaciuta la sua ironia: una dote imprescindibile per poter vivere in un mondo divenuto ormai tragicomico, senza farsi sopraffare dagli eventi. Caro Silvio, adieu!
Prof. Claudio Badano